dal Libano …riflessioni per la Quaresima

È una crisi totale, drammatica, quella dello Stato Libanese, in fallimento da anni, i cittadini sono completamente abbandonati a loro stessi. I ministeri non hanno più soldi, così la cura, ad esempio, dei malati e degli anziani ricade completamente sulle famiglie. Il prezzo delle medicine è aumentato di dodici volte, così come quello della benzina, del gas e del carburante, in particolare, ma anche di tutta la merce, compreso il cibo.
Attualmente il 75% dei libanesi vive sotto la soglia di povertà. Le famiglie sono in affanno, i giovani sono disperati e cercano in ogni modo di trovare lavoro all’estero.
Ci sono madri costrette a vendere i propri elettrodomestici per curare il loro bambino ricoverato in ospedale. Non mancano genitori non più in grado di comprare il latte per i figli, come anche tante persone ammalate che non possono più permettersi di pagare le loro cure, nemmeno ad esempio le più economiche come le compresse per il diabete.
Nel giro di 3 anni, uno stipendio medio era di circa 500 dollari, oggi è di 20 dollari. Nonostante questo il Libano ha accolto 600mila palestinesi e 1,2 milioni di siriani.
La nostra associazione “Oui pour la Vie” porta avanti la “cucina” di Damour, della quale ricordiamo 6 anni di apertura.
A questa si aggiungono, nella nostra nuova sede, l’ambulatorio per i test sanitari, il centro di ascolto per le medicine e la scuola per ragazzi analfabeti di ogni provenienza e appartenenza, per la maggior parte ora profughi siriani.
Si chiedono sempre a tutti aiuti e pubblicità.
Un giovane malato di AIDS che è venuto al nostro ambulatorio, ha raccontato di essere stato rifiutato dalla sua famiglia e dopo l’aiuto ricevuto per i test sanitari, ha continuato a venire ad aiutare nella cucina e nelle varie manutenzioni del nostro centro.
Muna, una ragazza irachena di 17 anni, rifiutata dai suoi genitori divorziati, vive nella casa dei suoi nonni, dopo che sua nonna è deceduta a causa del Corona Virus. I volontari di “Oui pour la Vie” l’hanno aiutata a terminare i suoi studi e si sono presi cura del nonno soprattutto al mattino, quando lei andava a scuola.
Muna, nonostante il suo dolore, non ha mai perduto né la fede e né il sorriso. Durante un incontro di condivisione delle esperienze personali tra i volontari, lei ha affermato che tutto quello che vive come miseria, soprattutto quando l’hanno cacciata dal suo paese, non è niente davanti al dolore delle famiglie che hanno perduto i loro figli a causa della guerra.
Inoltre ha chiesto di raggiungere l’equipe di dei volontari di “Oui pour la Vie” che segue in particolare i profughi iracheni, perché questo servizio le dona il coraggio di affrontare i suoi problemi e di pregare ogni sera per tutti i bisognosi. Possiamo dire che “Oui pour la Vie” ha guadagnato un angelo in più, che ci aiuta a continuare il nostro impegno di carità.
Siamo all’inizio della Quaresima, la tradizione orientale consiglia di astenersi non solo dalla carne il venerdì, come già avviene in tutto l’anno, ma anche da latticini, dolci, nonché dalla colazione del mattino, per lasciare sempre qualcosa ad altri bisognosi.
È sempre bello vedere poveri che vengono a ritirare il cibo della nostra cucina, rispettare queste abitudini, praticate fin da piccoli, nonostante i gravi disagi in cui ora vivono

 

Info: missioni@livorno.chiesacattolica.it