Seminario Vescovile “G. Gavi”

 

 

 

 

Siate lieti nel Signore ! (Fil4,4) Con questa bella esortazione invitiamo tutti a partecipare ai nostri incontri di adorazione/lectio presso la Chiesa della purificazione, in via della Madonna. A partire dal prossimo incontro che faremo le catechesi saranno fatte attraverso la "lettura" di alcune opere d'arte dell'artista padre M. Rupnik, della compagnia di Gesù. Il primo incontro sarà il 22 gennaio con la lettura del mosaico "La pesca miracolosa".

Siate lieti nel Signore ! (Fil4,4)
Con questa bella esortazione invitiamo tutti a partecipare ai nostri incontri di adorazione/lectio presso la Chiesa della purificazione, in via della Madonna. A partire dal prossimo incontro che faremo le catechesi saranno fatte attraverso la “lettura” di alcune opere d’arte dell’artista padre M. Rupnik, della compagnia di Gesù. Il primo incontro sarà il 22 gennaio con la lettura del mosaico “La pesca miracolosa”.

 

 

 

Tutta la diocesi è chiamata a partecipare a questo evento di grazia – riunita intorno al suo pastore –  per ringraziare il Signore del  grande dono delle vocazioni e perché hausarbeit continua a donare alla nostra Chiesa Livornese dei ministri  santi al servizio degli uomini.

 

 

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Cos’è un Seminario ?

Si dice sempre che “il Seminario è il cuore di una diocesi”.

In questa frase c’è già qualcosa di vero, poiché nel seminario maggiore viene formata la nuova generazione di sacerdoti di una diocesi. E questa dev’essere una preghiera accorata, proprio in questo tempo di scarsità di sacerdoti.

Senso e obiettivo di un Seminario  è, come detto, la formazione di giovani uomini a sacerdoti. Chi entra in Seminario crede (nel senso più alto del verbo credere), di essere chiamato da Dio a seguirlo più da vicino.

In Seminario questa vocazione viene curata come una pianta (seminarium significa vivaio), ma viene anche verificata e si cerca di immergersi in una forma di vita che risponde a questa vocazione. Il Seminario è anche un luogo di maturazione, una tappa del cammino, e non già il traguardo.

Per questo motivo non tutti quelli che entrano in Seminario diventano sacerdoti. E’ compito di ogni seminarista cercare la propria strada e la propria vocazione, che il Signore ha preparato per ognuno (e non soltanto per quelli che diventano sacerdoti), anche se questo non è sempre facile.

Nel cammino  del nostro Seminario  si pone come compito la formazione dei sacerdoti. Il Seminario ha il compito a nome del Vescovo di  discernere la vocazione al sacerdozio ministeriale e la formazione scientifica, spirituale e pratica a questo fine.”

                                                            

Proposta del Seminario di Livorno

Proposta del Seminario di Livorno

 

 

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Il DNA della vocazione

1. La Chiamata . 2. Le Qualità. 3.La risposta.

 

La Chiamata
“La vita non è una scelta, è una risposta”

Leggendo alcune pagine significative del Nuovo, come dell’Antico Testamento, troviamo che, all’origine di ogni chiamata autentica, c’è il Signore, che sceglie e che invita alla Sua sequela. È Lui che chiama e, infatti, è questo process of writing has changed il senso più profondo della parola vocazione, che significa chiamata. Nel Vangelo, vediamo spesso Gesù che chiama a sé quelli che poi costituirà suoi discepoli. L’iniziativa parte dal Maestro e la chiamata è un dono di predilezione.

Questo dono di Dio per ciascuno di noi non contempla meriti speciali, ma risponde ad una Provvidenza da sempre presente nella mente e nel cuore di Dio.

La chiamata è per realizzare qualcosa di specifico per Lui e per il suo Regno, per compiere una missione. Dio ha bisogno della nostra libera collaborazione per costruire il Suo progetto di salvezza. È quindi una chiamata a collaborare con Cristo, in questo mondo, per portare la Sua Redenzione.

Ogni chiamata ha in sé una chiave unica, come una password, e si sviluppa in un tempo e in uncontesto specifici, tracciando una storia personale, costituita da momenti determinati e significativi.

 

 

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Il DNA della vocazione

1. La Chiamata . 2. Le Qualità. 3.La risposta.

 

“Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì” (Mt 25, 14-30).

Il chiamato deve avere le qualità necessarie per poter rispondere al Signore e in un buon discernimento questo aspetto costituisce un punto importante perverificare l’autenticità della vocazione. Dio non chiama una persona senza dotarla di quegli elementi che la rendono adatta a seguirlo per essere come Lui.

Doni, capacità personali, potenzialità rappresentano un regalo che Dio dà per amore, affinché il giovane sia capace di amare in un certo modo, perché un giovane possa rispondere pienamente alla chiamata ricevuta con la fiducia necessaria di poterlo fare pienamente.

Le qualità possono essere fisiche, caratteriali e temperamentali, morali e spirituali. Toccano ogni sfera della persona e, con il tempo, devono crescere e maturare.

La guida spirituale deve aiutare ad individuare queste qualità e a far luce nella sfera personale di ogni chiamato affinché la chiamata non rimanga in potenza.

Queste abilità si possono seppellire e far sì che rimangano sterili: l’egoismo e lapigrizia sono la calce viva che brucia il terreno. La buona semente muore e il frutto non matura anzi, non crescerà mai.

Bisogna tener conto che la formazione può, con un buon metodo e con il tempo, far maturare molto quelle qualità che a prima vista sembravano essere troppo esigue. Nessuno nasce “imparato” ma tutti abbiamo bisogno di applicarci e con gioia affrontare un buon lavoro di maturazione e di trasformazione.

 

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Il DNA della Vocazione

“La vita non è una scelta, è una risposta”

È il terzo ed ultimo elemento costitutivo della chiamata e rappresenta il dono di sé a Dio. Nasce dalla generosità e dall’amore maturo verso il Signore nella libertà interiore. Mentre il primo elemento dipende completamente dalla volontà di Dio e il secondo dipende da un dono fatto da Dio e dalla buona volontà personale per corrispondere a questo dono, quest’ultimo aspetto dipende, sì dalla grazia che Dio ci da, ma soprattutto dalla generosità personale. L’incontro, per esempio, con il “giovane ricco” del vangelo (Mc 10, 17-30) ce lo conferma.

A volte alcune circostanze possono essere influenti o, addirittura, determinanti per la risposta ma, ricordiamolo bene, il primo interessato affinché la nostra vita arrivi alla meta stabilita, che la chiamata, seminata per amore, attecchisca, maturi e dia frutto è proprio il Signore. Da qui la grande speranza che con il suo aiuto compiremo la missione affidata.

Dio è sempre dalla nostra parte ed è il primo a credere e a “scommettere” su di noi. Per questo motivo ci dona tutte le grazie di cui abbiamo bisogno per rispondere.