I sinodi

Primo Sinodo 1927

Erano tempi in cui erano ancora vivi i fermenti di una lotta anticlericale ed antireligiosa. Per dare nuovo impulso alla vita della Chiesa, Mons. Piccioni pensò di indire nel giugno del 1927 il primo Sinodo Diocesano della Chiesa Livornese, dal momento che la Diocesi allora poteva solo fare riferimento al Sinodo pisano del 1728. Ne indicò le finalità nell’allocuzione di apertura: “Affinché la nostra Diocesi progredisca nella conoscenza, nel sentimento, nella pratica della religione. Ma voi sapete che vano sarebbe un miglioramento religioso nel popolo se noi sacerdoti per primi non mostrassimo in tutta la nostra vita che Gesù è in noi, e su noi domina, riconosciuto, amato, adorato”. L’assemblea sinodale si tenne solennemente in Cattedrale nei giorni 9-10-11 Giugno 1927. Fu chiamato a parteciparvi il solo Clero diocesano che il Vescovo richiamò ai doveri di obbedienza, predicazione e di comunione: “Apparteniamo alla Chiesa, camminiamo verso Dio non separati, ma uniti a tutti i fratelli”. Gli atti del primo Sinodo livornese vennero pubblicati il latino: “Synodus Dioecesana Luburnensis Prima” e constano di:
246 Costituzioni divise in tre libri:

  • primo libro “Leggi Diocesane”
  • secondo libro “Le persone”: Chierici, Curia vescovile, commissioni diocesane, Canonici, Vicariati, Parroci, Vicari e Rettori Cappellani Militari)
  • terzo libro “Le cose” (Sacramenti, Indulgenze, S.Sacrificio della Messa, Luoghi Sacri, Magistero ecclesiastico, Seminario, Diritti ed obblighi dei beneficiati, Amministrazione beni ecclesiastici, Costituzioni sinodali)

Mons. Egidio Pera, Proposto della Cattedrale, alla chiusura della solenne assemblea a nome di tutti esprimeva al Vescovo l’ammirazione e la riconoscenza “per aver dotata la comunità livornese di un proprio corpo di leggi secondo le costumanze e le necessità locali”.

Secondo Sinodo 1938

Il secondo Sinodo fu tenuto dal Vescovo Piccioni nel 1938 (30 giugno-2 luglio). Le ragioni della convocazione di questa assise straordinaria sono state esposte al S.Padre dal Vescovo che ha posto in evidenza la necessità di armonizzare le costituzioni locali coi Decreti del Concilio Etrusco (1933) e direttive della S.Sede per la catechesi e l’Azione Cattolica, per richamare l’attenzione dei fedeli su alcuni particolari bisogni della Diocesi rapidamente sviluppatasi come le nuove Chiese e le vocazioni sacerdotali. «Ma se a nuove costruzioni il Sinodo non può provvedere vi è un’altra ben più importante opera a cui deve attendere: la vita cristiana. A promuovere la vita cristiana nel popolo è indispensabile la santità del Clero. La chiesa adopera tutte le cure per questo e fra i mezzi che impiega a questo santissimo scopo considera molto importante ed efficace quello dei Sinodi». Dopo la celebrazione della Messa in Cattedrale, il Clero diocesano con il Vescovo si sono recati in S.Giulia dove, dopo l’extra omnes, cominciano i lavori. «I convenuti, se non hanno voto deliberativo, lo hanno consultivo». Il Vescovo volle che tutta la Diocesi fosse spiritualmente coinvolta: «nei giorni del Sinodo, sia esposto solennemente il SS. Sacramento in Duomo, nel tempo che si terranno le sedute nella vicina S.Giulia, perché, mentre il Clero è adunato, il popolo preghi». Il secondo Sinodo si occupò degli aspetti organizzativi in Curia e nelle Parrocchie: Vicariati, Consulta, Esamitatori sinodali, Commissioni diocesane, Previdenza del Clero, Tribunale ecclesiastico, Ordinamento Archivi, Visita Pastorale, Canto sacro, Azione Cattolica, Congregazione della Dottrina Cristiana, Sacramenti in genere, Confraternite e Pie unioni, Capitolo e Clero della Cattedrale, Seminario, Scuola, Preservazione e propagazione della fede, Beni ecclesiastici, Libri proibiti e censura, Benefici ecclesiastici, Costituzioni sinodali con impulso alla catechesi.

Terzo Sinodo 1985

Negli anni ’80 la varia esperienza della Chiesa nel post-Concilio e i profondi mutamenti della società hanno indotto il vescovo Ablondi a convocare il terzo Sinodo della Chiesa livornese. Su «La Settimana» del 14.9.1980 leggiamo l’annuncio del Vescovo: «Di fronte a questa nuova realtà di storia umana e di pastorale ecclesiale, la nostra Chiesa, per vivere l’obbedienza e la libertà nello Spirito, vuole in un Sinodo ripensare, rivedere, riprogettare il suo servizio all’intima unione con Dio e all’unità di tutto il genere umano (LGI)». Questa volta non solo il Clero è stato chiamato. Il Vescovo si è rivolto a tutta la Diocesi a partire dall’Avvento 1980. «La parola Sinodo significa camminare insieme naturalmente verso Dio e verso l’uomo. Al Sinodo devono partecipare “sacerdoti, religiosi e laici”. Ogni battezzato che frequenti o no la Chiesa, deve sentirsi chiamato e coinvolto con diritto di parola e con responsabilità». «Nel Sinodo tanti lavoreranno nei prossimi mesi con impegno di preparazione; tanti, anzi tutti, anche quelli che non si sentono nella Chiesa, in un secondo momento saranno chiamati ad esprimere suggerimenti e proposte, critiche e riflessioni. In una terza fase arricchiti da questi contributi di tutti, il Vescovo ed i rappresentanti di tutta la Comunità vivranno il momento più solenne e decisionale del Sinodo. In esso si chiariranno i principi, si individueranno delle mete, si scopriranno i bisogni, soprattutto si proporrà alla nostra Chiesa un cammino di conversione affiché si presenti al mondo il più possibile pura, povera, viva e attenta perché “rivestita del Signore Gesù”». É questo un primo elemento di novità rispetto ai Sinodi precedenti: la totalità della chiamata. Altro elemento di novità: la lunga preparazione prima dell’Assemblea sinodale (25 nov.- 1 dic. 1984), secondo questi ritmi: il mercoledì delle Ceneri 1981 in Cattedrale «l’indizione solenne». Il Vescovo dirà nella omelia: «Il Sinodo è momento di salvezza e cammino di conversione. Il Sinodo parte dalla Eucarestia e con essa dovrà confrontarsi. Col Sinodo vorremmo arrivare a una Chiesa eucaristica. Col Sinodo vorremmo rendere visibile il Corpo di Cristo in un popolo sacerdotale. Avviamoci nel nome del Padre… ». Viene scelta una espressione grafica che diventerà il simbolo del Sinodo. Esso vuole raffigurare la pianta di Livorno con al centro la Cattedrale (Chiesa del Vescovo: padre e maestro) segno di unità attorno alla quale si dispongono le altre Chiese segno della molteplicità. La città è rappresentata non solo dalla pianta a croce (via Cairoli, Via Grande) ma anche dalle case ammassate e dai simboli di Livorno: la Fortezza ed i Quattro Mori. Dopo l’indizione il resto dell’anno è stato dedicato alla riflessione per domandarci «quale Chiesa vuole da noi il Signore».

Quarto Sinodo

Vedi la serie di pagine relative alla scelta del tema, preparazione, indizione e svolgimento in “Documenti”
Il documento finale è stato consegnato alla Diocesi il 27 gennaio 1997.