Il Museo Diocesano accoglie una parte del copioso patrimonio proveniente dalle Chiese della Diocesi di Livorno, preziosissima documentazione della vita comunitaria, della fede e devozione, spesso espressa dal grande pregio artistico e dalla capacità creativa degli artisti ed artigiani locali.
Il museo raccoglie prevalentemente le opere a rischio di dispersione, ovvero quelle provenienti dalle chiese chiuse al culto, la suppellettile dimessa o caduta in disuso per le mutate esigenze culturali e liturgiche e gli oggetti a maggior rischio di furto.
La visita permette anche di scoprire l’uso liturgico delle opere esposte e di comprendere il loro significato e valore simbolico, intrinseco in tutti gli arredi e paramenti destinati alla celebrazione sacra.
Il Museo Diocesano è allestito al piano terreno e al piano primo del Palazzo Vescovile Girolamo Gavi.
Al piano terreno, il percorso museale è introdotto da una sezione dedicata alla devozione in cui è esposto un ampio e variegato nucleo di oggetti, larga parte del quale, essendo riferibile a particolari espressioni di religiosità popolare e non, rischia di scomparire sia materialmente che come memoria storica di una società e di una cultura, ancora viva fino alla seconda metà del secolo scorso.
Avviandosi dalle opere di maggior pregio delle Chiese livornesi (come il Ciborio in metallo e pietre preziose donato al Duomo di Livorno dal Granduca Ferdinando o le due Tavole di bottega giottesca provenienti dalla Chiesa di San Jacopo in Acquaviva), l’esposizione si sviluppa con tre sezioni dedicate alla suppellettile ecclesiastica in argento – creata da raffinate botteghe attive sul territorio italiano, spesso livornese, tra XVI e XIX – e una sezione dedicata ai manufatti lignei del XVIII e XIX secolo. Le sezioni sono arricchite da dipinti su tela e sculture in legno e cartapesta.
Al piano primo è allestita una sezione di arte tessile dove sono esposte vesti liturgiche confezionate in seta, oro, argento e pietre preziose, opera dalle prestigiose manifatture attive in Europa tra XVII e XIX secolo.
Nel salone adiacente il Chiostro è stata allestita un’esposizione permanente di arte contemporanea.
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Contatti
Via del Seminario 61 – 57122 Livorno
Tel. 0586.276211 – Fax 0586 276243
E-mail: beniculturali@livorno.chiesacattolica.it – museo@livorno.chiesacattolica.it
Responsabile
Dr.ssa Valentina Campedrer
Apertura
da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 13.00
martedì e giovedì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 19.00
sabato: su prenotazione
Altre Informazioni
Ingresso gratuito
Accessibilità ai disabili
Cristo coronato di spine
Il Cristo coronato di spine opera di Beato Angelico (tempera ed oro su tavola cm 55 x 39) è collocato presso la Cappella del Santissimo Sacramento del Duomo di Livorno.
Il dipinto è di proprietà della Parrocchia di Santa Maria del Soccorso di Livorno alla quale fu donata da Silvestro Silvestri nel 1837.
Fino a quella data, non sono note le vicende dell’opera e quale fosse la sua destinazione originarie; probabilmente il dipinto giunse a Livorno attraverso il mercato antiquario.
Inizialmente il quadro fu attribuito alla “Scuola di Giotto”, ma nel 1928 Roberto Longhi lo assegnò al Beato Angelico (Vicchio di Mugello 1400 Ca. — Roma 1455) e da quella data la critica è concorde nel considerarlo come opera del frate Domenicano.
L’opera, realizzata probabilmente tra 1438 e 1450, ritrae Gesù negli ultimi momenti del suo calvario, quando, dopo essere stato flagellato, viene incoronato di spine e vestito con la veste di color scarlatto, simbolo della regalità.
L’artista, attraverso i connotati del volto sfigurato dal dolore, esprime la drammaticità dell’evento riuscendo a suscitare commozione e contrizione nel fedele.
Sul bordo della veste di Gesù si legge l’iscrizione REX REGUM D[OMI]N[U]S D[OM]I[NA]T[IS]. (Re dei re e Signore dei signori). Sull’aureola si trovano invece i monogrammi della Passione.